Prende l’avvio la realizzazione di un nuovo modello di presa in carico dei 3 milioni di assistiti lombardi affetti da patologie croniche e/o da disabilità e fragilità utile ad eliminare la frammentazione del percorso di diagnosi e di cura e gli oneri burocratici a carico dei pazienti.
Se il paziente acuto fruisce sporadicamente di singole prestazioni, il paziente cronico ha la necessità che attorno al suo bisogno trovino integrazione funzionale e operativa diverse competenze professionali sanitarie, sociosanitarie e sociali, coinvolte sia in ambito ospedaliero che territoriale.In questo contesto e con questa prospettiva si colloca la dgr. n. 6164 del 30 gennaio 2017 che in attuazione della l.r. 23/2015 individua un percorso evolutivo del sistema sociosanitario nel suo complesso affinché gli attori coinvolti realizzino nuovi modelli organizzativi
Cuore del nuovo modello è un sistema di classificazione delle malattie croniche per categorie clinicamente significative e omogenee. Le principali patologie croniche sono raggruppate in 62 categorie basate sui consumi di servizi da parte delle diverse classi di soggetti cronici, individuando per ciascuna categoria una modalità di remunerazione omnicomprensiva delle prestazioni necessarie alla corretta gestione dell’assistito, che sarà preso in carico secondo un “Patto di Cura”, formalmente sottoscritto, che approva il Piano di Assistenza Individuale (PAI) personalizzato sui suoi particolari bisogni ed il suo percorso di attuazione rinnovato annualmente.
In sostanza, la giunta Maroni ha approvato una delibera che prevede che ogni paziente che ha una o più patologie croniche sia seguito sempre dallo stesso medico nello stesso ospedale. Che, ogni anno, stilerà un “piano” con tutti gli appuntamenti per visite ed esami. Il malato, quindi, non dovrà più prenotare i controlli da solo: a farlo per lui sarà lo stesso medico, che di volta in volta fisserà i controlli e seguirà il paziente anche a distanza, grazie alla telemedicina.
In cambio della “presa in carico” del paziente, l’ospedale percepirà ogni anno dalla Regione una tariffa fissa a “forfait”, che dovrebbe coprire i costi di tutte le visite e gli esami che il malato farà nel corso dell’anno, stimati sulla base della sua patologia. In più, la struttura che si occuperà del paziente cronico percepirà una cifra pari all’8% della tariffa del caso specifico.
Per individuare le tariffe, i pazienti cronici in Lombardia saranno divisi in tre fasce, a seconda della gravità. Nella prima fascia (circa 150mila persone) saranno compresi tutti quelli che, a causa di una patologia cronica, sono particolarmente gravi e devono essere ricoverati in ospedale o in casa di cura. Nella seconda fascia (1,3 milioni di persone) saranno inseriti tutti i malati che, oltre a una patologia cronica principale, hanno anche altre malattie: per esempio, un paziente che soffre da anni di ipertensione e che, da anziano, inizia a manifestare il diabete senile. Infine, nella terza fascia (1,5 milioni di persone) saranno inseriti i pazienti che invece hanno una sola malattia cronica, e per i quali si prevedono meno controlli e visite durante l’anno, con costi più bassi a carico della Regione.
Il punto di partenza è, nell’idea della Regione, il passaggio dal “curare” il paziente al “prendersene cura”: il concetto è alla base della riforma sanità che la giunta di Roberto Maroni ha approvato nell’agosto 2015.